EPITAFFI LETTERARI
EPITAFFIO DI UN LIBRAIO
Qui riposa
nel Nome della Rosa
un uomo che visse in pace col Mondo alla fine del Mondo
e che morì 20.000 leghe sotto i mari
dopo Cent’anni di solitudine.
Alessia Massari
SHERLOCK HOLMES
Questo è l’unico posto dove: “Tolto l’impossibile ciò che resta, per quanto improbabile, è la verità.”
Carmelo Giuffrida
EPITAFFIO DI PIRANDELLO
Sono morti tutti e centomila me! Ma io non li conoscevo!
Deborah Campolo
MARCEL PROUST
Eppure andavo a letto presto la sera
Elisa Borgonovo
ALLA PORTINAIA
Lasciò i suoi libri in guardiola. Elegante come un riccio.
Elisa Borgonovo
MEGALOMANE LETTERARIA
Non voglio epigrammi, solo nome e cognome su una panca al Café de Flore.
Elisa Borgonovo
CONSTANCE P. (La ricca signora)
“Mai aveva scelto nella vita Constance P.
il tempo di parlare e quello di capire, l’abito gli sguardi ed il suo sposo.
Mai aveva conosciuto l’amore Constance P.
il bacio della madre e quello del suo dire, le mani calde e poi il riposo.
Pietra che vaga nella pietra Constance P.
volto di marmo dietro finestre sbarrate, nelle mura della casa sul pendìo;
bocca livida e labbra mai amate, mani giunte a pronunciare Dio.
Mai aveva incontrato un uomo Constance P.,
dita tra i capelli e desiderio fragoroso,
mai aveva amato un uomo, nemmeno quello ucciso, il suo sposo.
La notte della rinascita diluviava sul pendìo,
mani d’ossa alzarono la lama al cielo ad implorare Dio;
e venne il calore nel petto, a modellare il marmo come argilla,
per una volta aveva scelto Constance P.,
e si accasciò, la lama nel petto come spilla”.
Mé la Tela
GUSTAVO, IL PASTICCERE (alla maniera di Spoon River)
Quando Anna scappò con il garzone del fornaio
portandosi via i bambini
ero pieno di amarezza.
Così cominciai a preparare
solo ottime torte
perché volevo rendere più dolce
la vita degli altri.
Fui il miglior pasticcere del paese,
ma la mia vita senza amore
fu come una torta
mezza bruciata a mal lievitata.
Viandante, qualcuno lassù si è beffato di me.
Io, che non conobbi dolcezza,
mi ammalai di diabete e ne morii.
Milena Milani
CESARE PAVESE
(Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950)
Quella sera di fine agosto sui tetti di Torino
i gatti ti videro arrivare, viso di Primavera.
Nei tuoi occhi lessi il mio nome.
Solo due rondini sotto la grondaia spettegolarono un po’
prima di partire per i Mari del Sud.
Poi finalmente fu solo Silenzio.
Milena Milani
EPITAFFIO DI UN LETTORE
Qui c’è un giardino segreto
dove, seduto all’ombra di frondosi allori,
posso ascoltare la voce dei Grandi Poeti.
Alcuni passeggiano a braccetto
declamando sottovoce antichi carmi.
Altri, in solitudine, gridano con rabbia i loro versi al Cielo.
Per me questo è il Paradiso.
Milena Milani
EPITAFFIO DI UN LETTORE DI STEPHEN KING
Pagina dopo pagina ho dato un volto a tutti i mostri che tenevo accuratamente rinchiusi nell’armadio della mia infanzia. E li ho finalmente guardati in faccia.
E dovrei aver paura della Morte?
Milena Milani
Un pensiero su “Epitaffi Letterari”
I commenti sono chiusi.