“MULTISALA ANTONIO FOGAZZARO”, CIAK PRIMAAA!!!
A QUALCUNO PIACE CALDO
Era stanca della solita vita. Non sopportava più questo morire vivendo. Così decise. Afferrò al volo la borsa e la giacca di pelle e saltò in macchina. Con foga si tuffò nelle strade del tramonto invernale, fuoco che brucia l’aria rendendola colata d’oro. Il pulviscolo della vita consumata si levava in una danza folle attorno all’auto che scorreva veloce sul litorale. Il mare, quel mare era l’unica cosa che le dava ancora respiro. Posteggiò di traverso e si gettò vestita nell’acqua ghiacciata. A qualcuno piaceva caldo, a lei no, lei lo preferiva gelido, come la sua vita.
(Segreto D’Animale)
ACCADDE UNA NOTTE
L’idea di te si fece materia.
Quel bacio in strada era vero, reale.
Paradossalmente mi strappasti dalla realtà, per portarmi nel sogno.
Un bacio che mi donò leggerezza. Volteggiai con il cuore, la mente confusa.
Accadeva che le mie emozioni si fondevano alle tue.
Sguardi imbarazzati ci seguivano, ma noi sorridevamo.
E così quella notte accadde che divenne giorno, un nuovo giorno per noi.
(Vera Castellucci)
LES AMANTES -LA MIA DONNA PIANGE.
Non dico mai “la mia donna”, non le piace.
Sono donna anch’io ma non capisco.
E la carnalità?
La trasgressione?
Non mi bacia in pubblico né vive con me.
Dubito del suo amore per ricevere attenzioni.
Dubito della sua omosessualità; lei ne ride e lascia il dubbio al suo posto.
Uso Ugo per sfogarmi, da’ peso alle mie parole, mi da’ corda.
Lei ancora piange
Asciugo lacrime che vorrei per me.
Costante voglia di lei, femminilità ossessionante.
Vorrei ferirla ma lei mi parla.
Ti lascio- mi dice.
Tutto diventa dolorosamente chiaro.
Non è amore, lei lo sa.
Piove mentre mi allontano dalla sua vita.
(Vittoria Alices)
AMARCORD
Fotogrammi, lividi nella memoria.
Tatuaggi fatti con speciali inchiostri.
I ricordi.
Riversi e rivoltati dentro nere voragini.
Dentro specchi che risplendono sempre.
Graffiati, ripassati d’acqua quando ritorni a vederli.
La mente ha gli occhi grandi.
(Deborah Campolo)
AMICI MIEI
Lo so di avere una faccia da schiaffi.
Non per nulla in treno viaggio sempre gratis.
(Graziano Gattone)
BIANCANEVE E I SETTE NANI
La madre muore nel darla alla luce; suo padre sposa una donna che la odia e che cerca di ucciderla assoldando un cacciatore subumano; non stupitevi se ha preso la strada sbagliata, finendo ad assecondare i suoi istinti più bassi: Biancaneve e i sette nani.
(Maurizio D. Capuano)
CARO DIARIO
Caro diario, oggi mia madre mi ha svegliato alle otto preoccupata, ma gli ho subito fornito tre validi motivi per non andare a scuola oggi: è noiosa, gli alunni mi prendono in giro, gli insegnanti non mi danno retta. Ma mia madre mi ha obbligato con altre tre motivazioni: “Primo: è un tuo dovere! Secondo: hai 45 anni. Terzo: sei il Preside!”
(Mauro Sighicelli)
CASABLANCA.
Partii un po’ timoroso, tornai rilassata.
(Gianbattista Castellucci)
DA QUI ALL’ETERNITA’
Sono pochi passi, che dividono la Storia, che contraddicono il passato. Un respiro trattenuto, seguito da sbuffi di alito caldo e da un suono di locomotiva in corsa. Prima di iniziare a sudare sarò già eterno. Seguimi con lo sguardo, se puoi: quando rialzerò la testa sarà per sempre. Perché da qui all’eternità ci sono solo cento metri e dieci secondi che cambiano il mondo.
E ci sono un’anima e un cuore che batte come tutti gli altri.
Forse un po’ più forte.
(Raffaele Marra)
EVA CONTRO EVA
“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” Da piccola, Eva, davanti allo specchio cantava questa filastrocca.
Ora guarda, in silenzio.
Guarda la pancia, sempre più tonda, sempre più gonfia.
I polpacci, che sembrano aumentare di volume ogni ora.
Il sedere: sporgente, pare quello di un ippopotamo.
Le braccia, così molli, cadenti, grosse.
Enormi.
Tutto è enorme.
Grosso.
Grasso.
Che schifo. Eva si dirige verso il water, trascinando i suoi 30 kg.
Ora va molto meglio.
(Chiara Rigamonti)
IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO
Erano esattamente la stessa persona, ma non contemporaneamente. La sua natura si manifestava a seconda della situazione del contesto. Il suo aspetto era comune, ma ad alcuni appariva bello, ad altri brutto e ad altri ancora cattivo, e non solo. Era “Uno, nessuno e centomila”
(Giusi Corrao)
MUCCHIO SELVAGGIO
Luci soffuse. Quasi buio.
Sei Manuel o Gabriella?
(Michele Lopopolo)
L’ODIO
Mezzanotte. Fuori è freddo.
Affondi il viso dentro quel minuscolo ritaglio di specchio rotto dal fragore dei bombardamenti.
Che immagine ha l’odio che ti partorisce in grembo?
Guance imbronciate e due cerchi scuri a contornare gli occhi di fanciulla.
Il cuore è in subbuglio e la testa pulsa, quasi a scoppiare.
Tanti fratelli cresciuti come te all’ombra dei bulldozer di Gaza. Poche ore ancora e tutto sarà fatto. Ma tu non hai paura. Indosserai la tua cintura di castità e ti farai esplodere per le vie di Gerusalemme. Perché la vita è dolore. Non conosci l’amore. Ma presto il mondo parlerà di te.
(Luca Zappalà)
L’UOMO CHE NON C’ERA
In disparte osservava occhi avidi di curiosità rapire l’ immagine di quell’uomo che abbandonavo il suo mai posseduto corpo.
Un “lui” che sentiva di esistere solo sulla carta scritta da burocrati. Un “lui” inconsapevole, che si affidava all’orchestrare di mani che si sfiorano in gesti conosciuti e consumati, per essere, e non sembrare più.
Socchiuse gli occhi, chiuse la mano a pugno ad afferrare l’attimo e, nella sospensione farmacologica della coscienza e del tempo, attese.
Dischiuse gli occhi, ritrovò il rumore del suo cuore, sorrise sfiorandosi: finalmente apparteneva a se stessa!
(Stefania Ruggiero)
LA BELLA E LA BESTIA
Anna è una donna dai capelli biondi,
occhi chiari e un fisico da favola.
Zanna Storta, un cane dal pelo nero e dai grandi denti.
Ogni sera
Alla stessa ora
Anna, l’amata padroncina si trasforma in bestia chiudendo la bellissima cagnolina dai denti storti dentro uno scatola fino all’alba del nuovo giorno.
(Sabatino Simonicca)
LA CADUTA
Erano più di mille.
Un esercito che avrebbe fatto invidia a Garibaldi.
Fieri nel loro abito rosso, fedeli alla loro terra natia.
Si muovevano all’ unisono, incontro alle intemperie.
Un nemico imbattibile ed un destino segnato li colpì.
Caddero, inesorabilmente, uno dopo l’altro.
Nemmeno il gusto di leggere le loro gesta?nei libri di storia.
Mai caduta fu più inutile dei miei capelli.
(Paolo Amato)
LA GRANDE ABBUFFATA
Poesie, favole, racconti , romanzi, scritti, parole, pensieri, lettere, gioia, amori, ricordi , solitudine, piangere, ridere, sorprendere, emozionarvi …
(Luca Maio)
LA VITA E’ MERAVIGLIOSA
La notte di Violet e’ colorata: luci da ribalta e buio di coscienza. Desiderio e profumo: tentazione e perdizione.
La mia notte che anticipa il Natale e’ voglia di scappare, di andare anzi: e’ l’assoluto, l’indicibile: voglia di non esserci mai stato…mai esistito…mai nato!
Io sono quotidianità che strozza, rincorse e affanni e l’infinita disponibilità di tutti i George Bailey del mondo.
Finché … Un angelo, vestito da passante ricorderà a Modugno come si scrive una canzone: MERAVIGLIOSA come la vita.
(Mirco Mazzini)
LE VITE DEGLI ALTRI
Da piccolo si preoccupava sempre delle vite degli altri
Donò la sua vita per gli altri !
Un giorno capì che lui era diventato ” GLI ALTRI”
Ed era solo…
(Poesia, Arte & Musica)
NON E’ UN PAESE PER VECCHI
Occhiali da presbite, settimane enigmistiche, dentiere a prova di torrone, apparecchi acustici anti isolamento, creme dell’eterna giovinezza, poltrone col telecomando anti rovesciamento tipo tartaruga sul guscio, mutande per nonne incontinenti che vanno in bicicletta con aderentissimi pantaloni bianchi, erano tutte cose sconosciute. Nessun pensionato controllava i lavori nei cantieri, le chiese e le sale Bingo erano deserte, non c’era coda alle poste i primi del mese e le pasticcerie servivano a postine strafighe solo torte di noci e lamponi.
(Milena Milani)
LETTERA DA UNA SCONOSCIUTA
Lectori Salutem
(Floriana Plebani)
LO SPECCHIO
Era sempre stato cattivo con lui. Cercò di ricordare un solo gesto gentile di quell’uomo che adesso giaceva privo di vita a terra. Lo assaliva un inspiegabile senso di colpa ed inquietudine appena pensava di aver ricordato quel solo gesto, ma lo eludeva dicendosi che era tutta colpa dell’età che avanzava appannando la memoria. La realtà era che lui gli aveva fatto male già ancor prima che nascesse, quando aveva osato invadere il suo spazio amniotico. Era ciò che meritava. Lavò via il sangue dalle mani, ma inorridì accorgendosi che quell’uomo era ancora vivo nel suo riflesso allo specchio.
(Annalisa Mannuzza)
MADRE E FIGLIO
Ricordo i tuoi occhi, posati sui miei. Ricordo che mi leggevi, senza possibilità alcuna di bluff.
Alla mercé tua: bastavano gli occhi.
Poi, crescendo, hai la fortuna di prendere in braccio per primo i tuoi figli, sentirli tremare per lo sbalzo termico; e senti la consistenza, il peso, la voce di un sentimento che, piano, è cresciuto dentro. Ma ho sempre provato l’invidia del “grembo”, quella forse non codificata da Freud. Perché “padre” è bello. Ma “madre” è un privilegio. Sentire crescere non solo nel, ma anche sotto il cuore un atto d’amore. Mi mancano gli occhi, ma quelli di non essere madre.
(Roy Roberto)
MEZZOGIORNO DI FUOCO
Un incontro fugace, e impetuoso. Il sole trafigge le veneziane abbassate , leggermente oblique. Il rumore delle sedie spostate, dei fogli sparpagliati, il morso della distanza che diviene insopportabile, e tutto diventa febbre.
Eppure, di quegli attimi ardenti si potrebbe raccontare con dolcezza lo sfiorarsi e poi il divorarsi e poi il respirarsi piano in silenzio.
Poi è quasi ora di pranzo, giusto il tempo per un panino veloce.
(Mariella Giunta)
MISSION: IMPOSSIBLE
Questo post, si autodistruggerà tra cinque secondi…
(Eleonora Desiderio)
LA RICERCA DELLA FELICITA’
I notturni richiami
di sentinelle alate
Risuonano
di stella in stella
e segnano il cammino
negli spazi interdimensionali
all’onirico viaggiatore
che è alla ricerca della felicità
(Ugo Cavaterra)
ORIZZONTI DI GLORIA
Prove che inaspettatamente
si raggomitolano
ai miei piedi.
Guardo oltre.
(Maura Marini)
ROCCO E I SUOI FRATELLI
Quando ancora non era diventato di moda per via di Madonna, Rocco era un nome del sud.
Quando Milano era accogliente con gli immigrati e le loro famiglie.
Quando Visconti girava in bianco e nero.
Quando i film del neorealismo italiano erano capolavori.
(Elisa Borgonovo)
QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA CANI
Boston, 15/04/2013
A poco, papà avrebbe tagliato il traguardo.
Entusiasmo, folla e fiumi di gente… Una linea da superare,
Un boato.
Le urla di gioia si trasformano in terrore.
Avevi solo otto anni.
(Olga Pervenuti)
RITONO AL FUTURO
Io ritornerò
Tu ritornerai
Egli ritornerà
Noi ritorneremo
Voi ritornerete
Essi ritorneranno.
(Marcello Perugia)
TEMPI MODERNI.
Affonda, mentre la mente affronta.
(Stefania Faber)
UN POSTO AL SOLE
Il primo sole vero uscì ad aprile. Sui sassi bianchi del giardino apparve, fiacca, la lucertola. Il passare di una nuvola rinfrescò le cose e l’innocuo rettile, a testa alta, si ritrasse a scatti sfuggendo alla grande ombra terrestre. I tulipani gialli e rossi, ghiotti di luce e dai volumi ormai perfetti, si mossero col vento. Poco più in là, sopra una balza murata a secco, un ramo di ciliegio esplose silenzioso nel bianco vivo dei suoi primi fiori. E sotto un olivo, a goder della luce piena e sincera del sole, una coppia di vecchi, rugosi e sereni, seduti assieme sul duro legno della vecchia panca.
(Mario Bortot)
UN TRANQUILLO WEEK END DI PAURA
Viene lo sabato! Diamo initio a li riti saturnali.
Purificar lo corpo e li capeli con la potione schiumogena.
Racatar da lo pavimento calzari e vesta de li filii. Metter li panni impuri ne lo tino macanico con la polvere alba.
Passar lo formichiere macanico per aspirar onni plus parva impuritate.
Andar a lo mercato a comperar lo cibo.
Fermarsi a la locanda per rinvigorir lo corpo con la potione obscura e comperar lo bilieto de la fortuna (che mai arriba).
Tornar a casa e metter lo cibo su lo foco.
Ah! Lo sabato foriero del dì di festa che già s’annuvola a sera al pensier de lo duro laboro de la setimana!
(Maluna Viola)
UNA VITA DIFFICILE
Lo era. La sua era una vita difficile.
Piena di sacrifici, preoccupazioni, fatiche e paure.
Un giorno si accorse che era il suo approccio alla vita difficile, non la vita, così scelse di viverla e tutto divenne semplice.
(Lucia Demma Carà)
NON CI RESTA CHE PIANGERE.
Quando, mangiando un Frutto di Stagione per la prima volta nell’anno, si esprime un Desiderio che non ha nulla a che fare con l’Amore, vuol dire che ce n’è.
(Wilhelmina Vagante)
BASTARDI SENZA GLORIA
Mi chiamo Prorzac, nome spiritoso e demente affibbiatomi dalla figlia del vecchio, nel tentativo di tirare su di morale il padre afflitto da senilità incalzante…invece è lui che tira giù me, mi strattona villanamente, mi scalcia se si imbatte in me girando per la camera….Ieri mattina dice la figlia: via babbo, predi Prozac e andate a fare una giratina…detto fatto eccomi armato di collare e guinzaglio in mano al vecchio…una volta fuori mi ravvivo: l’aria è tersa e gli odori solleticano il mio nasone rosa…prendo il via trascinandolo verso strade cariche di interessanti effluvi…Mi segue barcollando, mi chiama con la sua voce querula e isterica: non mollo certo e, orecchie al vento, cavalco per le strade sconosciute verso il porto…Ad un certo punto lui stramazza su una panchina e io mi acquieto: ormai non sa mica orientarsi, lo so…VENDETTA!! Pacifico, allungo il mio serafico muso e mi addormento al sole tiepido. Sogno.
(Paola Braccini)
L’ATTIMO FUGGENTE
Immobili come lucertole al sole, in piedi sui banchi come sentinelle all’alba, raccogliamo i pensieri che hanno illuminato le nostre menti e fieri mostriamo allo sguardo del sapere il nostro coraggio. Siamo amore e pensiero e il nostro futuro è il progetto libero di un mondo migliore.
(Sandra Giordano)
VICINI DI CASA
Lei era piccolina, coi capelli grigio ferro. Lui, azzimato, col sorriso facile, di pochissime parole.Tutte le sere una passeggiata con quel cagnolino dal nome buffo, Ambrogino.Dalla finestra della cucina si sentiva rumore di piatti e musica, quella antica, un po’ demodè. Sul balcone un vaso di basilico, uno di prezzemolo e due gerani, così, per fare un po’ di colore.
Li trovarono abbracciati sul letto, il cagnolino che uggiolava sul tappeto e una lettera sul comodino con una sola parola: Perdono.
(Patrizia De Vincentis)
UN AMORE DI DONNA
Non si stancava di guardare quella donna meravigliosa che sembrava un pezzo di paradiso venuto giù. Voleva baciarla ora, subito; ma il rossetto violento si sarebbe sbavato sul lucido argento dello specchio.
(Lucio Freni)
STRANGE DAYS
Una settimana ogni 28 giorni!
(Sonia Tortora)
VINCITORI E VINTI
“Un vincitore ci deve per forza essere, dico io; la battaglia potrebbe durare ore, giorni e addirittura anni, qualcuno sul glorioso carro ci deve pur salire. Per il sottoscritto però la questione è decisamente diversa: in teoria sarei il sovrano, ma senza poter fare più di tanto per onorare la mia carica. Mi sento un uccello con le ali tarpate in maniera violenta, un rapace affamato costretto quasi sempre ad osservare. Cederei volentieri le mie fattezze per un po’ d’azione, ogni tanto. Non chiedo molto. Un vincitore ci deve per forza essere, dico io; mi ritrovo però sempre a vestire il ruolo del perdente di lusso. Al massimo vengo chiamato in causa per un arrocco, nient’altro, la scatola in cui poi vengo riposto inizia anch’essa a starmi stretta.”
(Gianluca Fontanesi)
DIVORZIO ALL’ITALIANA
Lei – voglio gli alimenti.
Lui – Ok, quanto?
Lei – Tre milioni di euro al mese..
Lui – Cribbio!
(Marcello Perugia)
IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Arrivava all’ora del blu, quando il tramonto cede il passo alla notte e le stelle brillano luminose. Versava un po’ d’acqua torbida e del cibo rancido nelle ciotole rugginose, sganciava le catene dai pesanti anelli che le fissavano al muro e concedeva loro pochi minuti, per placare i morsi della fame e della sete. Nemmeno il tempo di sgranchire le membra doloranti: con ordini secchi e l’aiuto del bastone li imprigionava di nuovo. Quella sera la luna splendeva nella sua pienezza e i rottweiler ne subivano l’influsso. Il signore degli anelli sferrò qualche bastonata di troppo… non tornò a casa.
(Anna Rita Foschini)
LOLITA
La chiamano la “piccola venditrice di sorrisi”.
Vestiva un abito nero provocante, a ingannare il viandante.
Senza tetto, bramava affetto, e pochi soldi per campare.
Ogni uomo l’andava a cercare.
A volte lei ci stava, altre no. Toccata e fuga.
Quella non era vita da adolescente.
Alla sera, triste, smetteva le vesti. Schivava gli specchi.
La luna, spettatrice silente, scuoteva le punte.
Le stelle non giudicavano e scaldavano di luce le sue notti.
Lolita si addormentava, e sognava un futuro migliore.
(Marina Paolucci)
SEGRETI E BUGIE
Immagina un solo posto. Unico. Una stanza. Il camino acceso.
Nevica.
C’è un silenzio lieve intorno.
Io e te. In un posto della terra. Lontano da fuochi di guerra. Vicino al cielo impreziosito da nuvole bianche.
Nevica.
I perché della vita deposti fuori l’uscio.
Io e Te.
Io dentro la tua voce. Tu dentro il mio silenzio.
Non so dirmi perché tutto questo è capitato proprio a me, proprio a noi. Un motivo ci deve pur essere. So che ci siamo incontrati per caso, ma che non è un caso se qualcosa che assomiglia molto a un legame si è instaurato tra noi e ci tiene così come ci tiene.
Non sai quanto vorrei avere un’altra quotidianità da sottoporti, quali altri momenti vorrei porgerti.
A volte chiamo in soccorso la fantasia per inventarmi una realtà che non esiste.
Ma poi mi ri-domando: ha senso?
La fantasia preferisco, ora, liberarla per farla volare oltre le montagne , oltre i tetti di una non-città scontrosa perché giunga fino a te. Non so bene dove cercarti, in quale “altrove” ora ti trovi.. ma la fantasia ha gli occhi di mille falchi e riesce ad individuarti. E se ti ghermisce, non ti molla più.
Come vorrei piacermi quanto tu piaci a me.
Ho l’indicatore dell’ auto stima che lampeggia, segnala “riserva”. Se non è buffo ciò, quanto meno spiega perché il mondo reale sembra non bastarmi più.
Devo spegnere questa luce.
Ma io senza di te sono completamente al buio.
(Darya Ginevra Anais)
PINOCCHIO
Dopo accurati studi, si scoprì che non era il naso ad allungarsi…
(René Miri)
QUASI AMICI
E’ stato un incontro quasi casuale, ma si sa, le grandi amicizie, come i grandi amori, partono a volte proprio dal niente, a tua insaputa. Comunque, lei arriva di corsa, lui invece è già li che l’aspetta – ha l’abitudine piacevole di arrivare sempre un pochino prima del convenuto. Si siedono vicini al solito tavolino. Lu tira distrattamente la tazza di caffè verso di sé, la tovaglia si arriccia. La sua mano rimane lì, immobile sul piattino, e il caffè si fredda subito, poi. La guarda. Dice ‘andiamo’, e corre via come spaventato da qualcosa che non si vince, qualcosa che ti corre dietro anche se vai via senza voltarti. ‘Fermati’ grida alla sua nuca – poi lo guarda, dubbiosa. All’improvviso, lui la abbraccia, si aggrappa alle maniche della sua giaccia come un naufrago ad una zattera di fortuna. Racconta a bocconi di una vita in bilico, un disastro dietro l’altro, non sa più come uscirne. Respira solo a tratti, come se dovesse pagare anche l’aria e non se ne potesse permettere abbastanza. Lei sta lì in piedi, con gli occhi sbarrati e la sensazione di essere un’inutile ingombro nella vita di questo tizio, che non sa come rimettere in piedi. Gli tocca piano i capelli, per non tirarglieli, e tra sé prega dio che mai più la punisca delle sue cazzate facendole vedere le lacrime di un uomo.
(Alessia Massari)
LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI
Sono davvero vivi? Ucciderli è omicidio? Provano emozioni e dolore, anche solo in una mera ombra di quel che sono stati?
O sono solo cadaveri ambulanti, pupazzi di carne marcia mossi dagli invisibili fili del fato e della violenza? Il prossimo gradino evolutivo, l’ultimo anello della catena alimentare?
Riguardo gli zombie i punti di vista possono essere molti ma il mio è uno solo: dal mirino di precisione del mio fucile vedo le cose in un unico modo, chiaro e preciso.
Il fatto che ciondolino pigri per le strade mi facilita poi non poco.
BANG!
La testa esplode.
Centro perfetto.
Avanti un altro.
(Matteo Pisaneschi)
L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE
come pittore di fronte ogni volta ad un nuovo capolavoro, le sue mani trasformate in abili pennelli, i loro corpi in immacolate tele.
(Alex Hubner)
THE SOCIAL NETWORK
CANC(ellando) le distanze INS(ieme) nell’ ALT (alenante) GR (aduale) dei nostri pensieri.
(Venere Manuela Di Gladyo)